intervista Conte Fabrizio Sardagna Ferrari

 

Mi chiamo Fabrizio Sardagna Von Neuburg Und Hohenstein e sono nato a Venezia il 19/9/1941.

Sin da giovane gli sport e le competizioni ove vi era il brio hanno attirato sempre la mia attenzione, in particolar modo i motori e le gare automobilistiche, vedendomi protagonista anche nel campionato di velocità della montagna lo sport di quell’epoca, dove a bordo di una Ferrari 250 ebbi la soddisfazione di gareggiare con la mia numero 7, tra le nove costruite.

Ho imparato a mie spese che il dare e l’avere nella vita non si bilanciano mai portando il concorrente e lo sfidante ad una costante gara senza vincitori.

Sono una persona riservata, ma al tempo stesso loquace.

Anche se, sono del parere che le parole posso essere finestre oppure muri, pertanto consiglio di pesarle e dosarle al contempo. 

Fabrizio: La durata delle cose, che prende il nome di "tempo" insegna l'importanza di ciò che resta e ciò che scorre.

In ognuno di noi vi è uno spazio invaricabile riservato a pochi e nonostante le realtà alterate, incomprese o distorte la bellezza vi è nella prospettiva di chi guarda.

Purtroppo non ho potuto gioire come avrei voluto dell’affetto dei miei cari sia figli che nipoti, poiché la vita talvolta dà ma al tempo stesso toglie. Sono certo però che se avessi avuto una vita meno agiata e più ordinaria, i rapporti in famiglia sarebbero stati diversi.

Una contesto usuale presuppone circostanze semplici e meno complesse da dover gestire, al contrario invece una vita inconsueta, disordinata e oberata di impegni diviene sfuggente ed impercettibile, con ricorrenti distrazioni e facili possibilità di errori giacché la vita dà e al tempo stesso toglie. 

 

Di ciò che è stato non rimpiango nulla, con il senno di poi e la saggezza di un tempo che scorre rifarei tutto, ma nel percorrere le mie stesse impronte al contrario levigherei alcuni mie aspetti caratteriali, cercando di essere più cordiale e cauto, prediligendo interessi morali e donando più considerazione alle persone care.

Ad oggi il mio pensiero è affrontate il crepuscolo dell’età con riconoscenza e accettazione poiché la durata delle cose, che prende il nome di “tempo”, insegna l’importanza di ciò che resta e ciò che scorre.

Siate lungimiranti e brillanti, ma al tempo stesso non trascurate gli affetti e ricordate bene:  la differenza non la fa il quanto, ma ciò che si mette nel dare.

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