Sono nata a Maglianico in provincia di Chieti nella valle sei sensi, ove la collinetta fa da piedistallo al piccolo comune.
Non ho rimpianti degli anni passati ma nutro una profonda nostalgia verso ciò che significano per me quei vicoli.
Credo molto nella famiglia e non ho mai trascurato i miei affetti poiché sono il seme di ogni frutto.
Ad oggi vi è ancora mia sorella lì e mio marito ed io nei periodi estivi andiamo a farle visita. Sono sposata da ben 50 anni, un amore nutrito con tanta pazienza e rispetto poiché l’uomo di per sé nasce libero e non è facile creare armonia tra specie diverse come l’individuo maschile e femminile.
Ai miei tempi era tutto più semplice sotto alcuni aspetti e rigido su altri.
Sin dall’asilo alla maturità ho frequentato un istituto di suore, nutro un buon ricordo di quegli anni poiché ai miei tempi era un vero privilegio frequentare quei posti a numero chiuso, per accedere all’indirizzo di ingegneria bisognava superare un test di ammissione ed io essendo diligente e studiosa riuscii senza troppi problemi. Terminati gli studi ebbi la fortuna di trovare subito lavoro ed essendo in un piccolo centro abitato la voce della mia bravura si sparse in fretta ma devo gran parte della mia fortuna ai miei genitori i quali coltivavano i terreni fertili con tanti sacrifici, non hanno fatto mancare mai il pane, anche se non era accompagnato da grandi contorni, era oro per quei tempi.
Loro hanno fatto sì che io potessi frequentare le migliori scuole ed assistere alle prime invenzioni, dalla macchina stenografica alla macchina Olivetti.
L’educazione in famiglia era l’undicesimo comandamento, la parola rispetto si teneva alta e non meno la messa in pratica, oggi giorno invece, una rara eccezione l’una e l’altra.
Nonostante sia riuscita a toccare con mano le prime invenzioni, sono stata meno brava nello stare al passo con i tempi dell’evoluzione tecnologica poiché progrediva troppo velocemente e con l’avanzare dell’età stare dietro ai cambiamenti diveniva sempre più difficoltoso portandomi a decellerare ed in parte a rifiutare ciò che non conoscevo.
Nonna Adriana: Assicuratevi di non lasciare indietro nessuno e dividete sempre in due il vostro pezzo di pane
Nella vita mi sono dedicata al volontariato, lavorando vent’anni alla Caritas, le mie colleghe ed io eravamo una squadra insostituibile e sempre pronte a tendere l’altra mano e i senza tetto ci definivano i loro angeli custodi.
Mia nonna diceva:
La bellezz’ fin alla port e la bontà fin alla mort.
Con il rispetto e l’educazione si aprono tutte le porte.
I giovani di oggi pensano solo al presente, non si voltano per vedere chi è rimasto indietro hanno poca considerazione del prossimo e poco rispetto per i sacrifici dei genitori, vogliono tutto e subito e se non assecondati peccano di educazione.
Il telefonino ad esempio in tenera età è semplicemente una distrazione e una scusa per il genitore stesso.
Per quanto mi riguarda lo uso per chiamare e ricevere, credo sia molto utile ma nulla di più, il PC lo sento lontano anni luce solo guardandolo.
Limitante sotto tanti punto di vista, ma credo che una guida in questo per chi come noi è sempre stato affascinato ma in parte spaventato potrebbe fare la differenza, permettendo a tante persone di tenersi aggiornati nel progresso.
Parsimonia e cura vanno di pari passo ma questi concetti vengono sempre meno nella vita quotidiana, nel pratico ed ora persino negli affetti.
Bisogna instradare i futuri giovani di domani sin da piccoli insegnando loro le basi e penalizzandoli se necessario all’occorrenza così da far trovare loro un domani terreno fertile.
La scuola anche in questo oggi è maestra di vita ai nostri tempi vigeva la rigidità e la sottomissione, ora il dialogo apre tante porte ciò che cerco di fare soprattutto con i miei nipoti.
Sono stata una nonna a tempo pieno, mia figlia ha un lavoro che porta avanti egregiamente il quale la impegna molto per cui mio marito ed io siamo sempre disponibili nell’occuparci dei nostri nipoti dall’uscita di scuola fino a dopo cena, evitando anche di far intervenire terze persone.
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