Con la fede nel cuore e il coraggio tra le mani

Ho avuto il piacere nonché l’onore di farmi raccontare da nonno Vittorio la sua storia.

Nonno di una nipote di ormai 36 anni, ha dedicato interamente la sua vita a Margherita la quale perse la sua mamma all’età di 4 anni ed il papà fu allontanato dalla piccola per questioni legate alla droga.

Margherita venne affidata ai nonni paterni.

Sostenuto dalla moglie, Vittorio ha cresciuto la ormai splendida dottoressa in modo eccelso nonostante tutte le difficoltà emotive ed economiche da dover affrontare.

Persone umili, con la fede nel cuore e il coraggio tra le mani.

Vittorio si é imbattuto in una situazione più grande di lui, dove l’amore per la nipote doveva prevalere sul dolore per quel figlio ormai abbandonato a sé stesso, senza alcune via d’uscita.

Cercare il dialogo con Margherita durante tutta la sua crescita non é stato semplice. Visioni e concetti diversi di due epoche totalmente opposte.

Valori puri e basi solide hanno fatto sì che la ragazza diventò una donna affermata nel lavoro e nella sfera personale.

Oggi Margherita é in attesa del suo primo figlio il quale prenderà il nome di Vittorio Junior.

Non sempre le persone grandi sono "grandi persone", perché c é molto da imparare a qualsiasi sia l'età.

Vittorio: Sono nato nel 1943 in Toscana da un umile famiglia alla quale però non mancava mai il sorriso.

Poiché non avevamo molte possibilità economiche, mi mandarono in collegio ed uscii non appena  raggiunsi un’età dove le braccia potessero essere d’aiuto alla famiglia.

Quella parte di vita mi toccò sin dentro l’anima a tal punto da rendermi nel tempo una persona forte e onesta facendomi capire il vero senso della parola “sacrificio”.

Ebbi la fortuna di incontrare all’età di 18 anni colei che oggi è diventata mia moglie.

Le chiesi di sposarmi dopo un anno esatto dal nostro fidanzamento e nell’arco di qualche tempo mettemmo su famiglia.

Nacque un figlio maschio, verso il quale siamo sempre stati disponibili e  amorevoli. Purtroppo fummo meno fortunati nel suo percorso di crescita in quanto spinto da cattive compagnie, prese la via della strada e di conseguenza della droga.

Nonostante il cammino perso, si accompagnò ad una donna e più tardi nacque nostra nipote Margherita, una splendida bambina dai capelli neri come l’ebano.

La mamma purtroppo venne a mancare tragicamente per una malattia quando lei aveva appena 4 anni.

Prendemmo Margherita in custodia in quanto nostro figlio non riusciva ad uscire da qual tunnel, anzi, lo aveva arredato per bene.

Così divenimmo genitori ancora una volta ma di una femmina.

Avevo nel tempo smarrito il modo con il quale approcciare ad un bambino, ero impacciato, disorientato, ma con l’aiuto di mia moglie imparai a far uscire la parte più sensibile di me per regalarla a “lei”.

Durante la fase adolescenziale fummo messi sul banco di prova dalla quotidianità, la quale tendeva in alcuni momenti ad allontanarci da Margherita poiché  eravamo pur sempre i nonni e non i genitori.

Cercammo per quanto ci fosse possibile di non farle manca nulla sia a livello economico, sia nel sociale.

Organizzavamo spesso situazioni dove potesse invitare a casa coetanee o ci impegnavamo noi nel portarla al cinema per dopo andarla a riprendere anche in tarda serata.

L’abbigliamento all’ultimo grido tra bambine era una costante e noi pur di accontentarla cercavamo di parsimoniare in qualcosa che non la coinvolgesse direttamente.

Domande di vita alle quali dover rispondere ci dilaniavano talvolta, ma la bellezza che la contraddistingueva le faceva percepire immediatamente i nostri disagi, così da  sviare i discorsi su argomenti più leggeri.

A scuola fortunatamente era molto brava e non ha mai avuto bisogno di supporti, anche perché noi non avremo potuto decisamente intervenire.

Con il passare del tempo ci ha dato tante soddisfazioni, laureandosi e diventando una dottoressa rispettata.

Al suo fianco ha un marito presente e  premuroso che la rispetta, la stima e a breve terremo tra le braccia nostro nipote Vittorio Junior.

Ci tengo a ringraziare mia moglie, compagna di vita, senza la quale non avrei potuto affrontare questo viaggio nel quale ogni fermata é stata goduta appieno, ancor più del Viaggio stesso.

Ringrazio mia nipote, unica figlia, nelle avversità e nei sorrisi mi ha insegnato che non sempre le persone grandi sono “grandi persone”, ed infine che c é molto da imparare a qualsiasi sia l’età.

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