Voglio iniziare questo splendido capitolo di raccolte intingendo l’inchiostro della mia penna attraverso la voce di mio nonno Giuseppe Signorelli.
Intervista a mio nonno
…La mia Vita da Aviatore
é la copertina della mia anima…..
Sono nato il 21 Aprile del 1929 alle 10 del mattino nel palazzo Romano che aveva acquistato mio padre da un Barone.
Era la festa del lavoro e quel giorno la banda suonava proprio mentre io nascevo.
In quell’epoca mia madre era malata di malaria, e come cura si somministrata il chinino. Purtroppo nacqui anch’io con la sua stessa malattia.
Ero molto magro e debole e la levatrice disse che molto probabilmente non avrei superato la notte.
La mia voglia di vivere prevalse sulla malattia e crebbi con il tempo forte e sano.
La mia era una famiglia patriarcale sono cresciuto con mio nonno paterno il quale aveva una fattoria in campagna.
C’era grande collaborazione in casa nel mungere gli animali e imparare a fare i formaggi diveniva un momento di fusione.
Ero molto legato anche alla nonna paterna, abitava in una palazzina storica il cui balcone salutava la grande piazza.
La sensazione più tenera che mi accompagna nel tempo risale a quando le dormivo accanto.
“Mi sentivo difeso e al tempo stesso impavido”.
Ho un immagine nitida persino dei grandi listoni in legno che spadroneggiavano la stanza.
Sembra di avvertire tutt’oggi lo scricchiolio del pavimento.
Dall’altra parte della piazza vi era il palazzo Municipale. Mi sembra di udire ancora oggi i rintocchi dell’orologio che lo dominava.
Dei nonni materni purtroppo non ho un gran ricordo avendoli vissuti molto poco essendo sotto il dominio fascista abitavano dall’altra parte della città e gli spostamenti non erano all’ordine del giorno.
Ricordo quando venne a Enna Mussolini.
La città si riempì di striscioni e scritte gigantesche sui muri, ne ricordo una in particolare: “Tu l’artefice – noi il ferro rovente”.
La città fu talmente illuminata che il sovraccarico di corrente provocò un black-out proprio nel momento in cui parlava il Duce.
Si temette un attentato. Era scoppiata la seconda guerra mondiale e i soldati ci impartivano lezioni di guerra. Le strade all’imbrunire erano desolate e mancavano completamente di illuminazione. C’era grande uso di lampadine tascabili con carica a dinamo per irraggiare le strade.
Si pensava che la guerra finisse presto, ma i Raid aerei non cessavano di sganciare le loro grosse bombe. Sembrava che il tempo avesse rallentato la sua corsa e gli anni che susseguirono furono carichi di disagi comportando enormi sacrifici.
I colpi di cannone erano ormai rimasti talmente impressi nella mia testa che mi facevano sobbalzare dal letto in piena notte e facevo poi fatica a riprendere sonno.
Sembrava quasi di udirli.òà
Ascolta l’intervista originale in versione audio.
Mia madre preoccupata, essendo una donna estremamente religiosa, avrebbe voluto andassi al seminario per diventare prete.
Volevo accontentarla fino a quando l’ultimo anno delle elementari mi innamorai di una bambina, la cugina di un mio caro amico e capii che forse non era “proprio” la mia vocazione.
Mancava poco alla partenza per intraprendere quel percorso ma le confessai che non ero interessato ad andare.
Rimase molto male ma antepose la mia felicità alla sua.
Un tempo il modo nel quale si corteggiava una piccola donna” era estremamente rispettoso, ma al tempo stesso sacrificante sotto alcuni aspetti. Ci si poneva con delicatezza ed educazione.
La sfacciataggine non ci apparteneva ed era considerato scandaloso essere sfrontati, nella fase del corteggiamento si condivideva uno spazio comune con metri di distanza.
Per rispetto alla famiglia e alla ragazza stessa non si poteva oltrepassare una linea di confidenza “fisica”.
Ricordo che pur di vedere colei che rubò il mio cuore passeggiavo incurante di qualsiasi temperatura sotto la sua finestra solo per la gioia di poterla vedere anche per attimo attraverso il vetro.
Un giovanotto distinto si interessò a mia sorella, ed io essendo il secondo uomo di casa ero incaricato di controllare che lui non si avvicinasse per alcun tipo di contatto.
Ad oggi ripensandoci ritengo tutto ciò estremamente esagerato, ma un tempo non ci ponevano neanche troppe domande.
Era una dolce attesa di conquista giorno dopo giorno.
Nella mia vita ho amato due donne.
Dal primo matrimonio ho avuto 4 figli, tre femmine ed un maschio.
Purtroppo, non per mio volere il nostro matrimonio terminò, si era creata una ferita troppo profonda e ricucirla era impossibile.
Credo molto nella famiglia secondo me é la cosa più bella che possa esistere poiché é il perno dell’esistenza dell’uomo, la base portante di ogni colonna.
Con la voglia di riscatto e amore nel cuore ho incontrato colei che mi sostiene e “sopporta”.
Dalla nostra unione é nata Desirée.
Concepita in tarda età, ma con lo stesso desiderio appunto, di un tempo che non teme nulla.”
La famiglia é il perno dell'esistenza dell'uomo... la base di ogni colonna.
Tra le nuvole…
Per la mia carriera da Pilota ho rispetto e gratitudine.
Raggiunta la giusta età mi dedicai ad un qualcosa che fino ad allora era per me un sogno…
…L’aeronautica.
Invidiavo i piloti che passavano bassi al comando di piccoli aerei sopra il mio terrazzo, li osservavo con ammirazione immaginando di poter essere al loro posto.
Presi coraggio e mi iscrissi.
Dopo un mese ero pronto per il decollo.
Avevo fretta di ottenere il brevetto, ma per poterlo conseguire erano necessarie 8 ore di volo senza istruttore. Mi impegnai e sostenni in breve tempo l’esame sia teorico che pratico.
Venni promosso con i complimenti degli esaminatori.
Qualche anno dopo la mia determinazione mi spinse a conseguire l’esame per ottenere il brevetto di volo acrobatico internazionale.
Ero stimato e ben voluto da tutti, mi chiamavano comandante giacché con la mia abilitazione si aveva diritto a questo appellativo.
Durante un’esercitazione a Foligno un errore di manovra costò la vita ad un collega nonché caro amico.
Di lui conservo la sua voce su di un nastro.
Nonostante neri ricordi fu un periodo indimenticabile e pieno di adrenalina.
La mia Vita da Aviatore é la copertina della mia anima.
Nella vita non abbiate paura di prendere quota il paesaggio dall’alto va respirato a pieni polmoni.